Belle foto. Eh! . Tanti piedini e qualche ….piedone. Poi capirete perchè. Siamo ancora in tanti. Iniziata da poco la stagione e il corso dei prescolari 4 e 5 anni conta quasi una trentina di mini judoka.
Nuovi allievi, nuovi mondi da scoprire. Sono svariati i motivi per cui sia grandi che piccoli arrivano in palestra. Su suggerimento di un amico, perché il genitore ha già praticato, perché ha visto film o cartoni animati che l’hanno ispirato, perché deve superare la timidezza, perché deve contenere l’esuberanza, perché vuole fare la lotta, perché ci si vuole difendere, perché cosi impara un po’ di disciplina. Magari ha già provato altri sport, ne cerca uno che non lo stufi subito, ma soprattutto che si possa conciliare con gli altri impegni scolastici.. In piu’ con i genitori che, devono gestire lavoro, impegni e quindi cercare di far quadrare il tutto.
L’impatto con l’ambiente palestra, l’insegnante e i compagni lascia quasi sempre un attimo stupito il nuovo arrivato. Un po’ impacciato nei movimenti, gli altri sono tutti vestiti di bianco con qualche colore differente ai fianchi (la cintura) scopre anche di dovere stare a piedi nudi su una superficie sconosciuta fino a quel momento. Ecco che già dalla prima lezione un paio di principi su cui si basa il judo si applicano subito.Il judo a differenza degli altri sport non nasce come…sport, ma come metodo educativo.Jigoro Kano il fondatore ha pensato di creare una scuola attraverso la pratica di un’arte marziale che facesse crescere delle persone migliori.
Lungi da me nel dilungarmi sulla filosofia/principi del judo, ma già dalla prima lezione qualcosa succede in questo senso. Ad esempio non esiste che dei praticanti nuovi “stiano in panchina”, nessuno viene lasciato indietro. Dalla prima lezione tutti praticano con tutti, i piu’ esperti aiutano i principianti, nel perfetto principio “tutti insieme per progredire” (jitakyoei). Quando una persona fa parte di un gruppo progredisce tutti ne beneficiano. Infatti il judo puo’ sembrare un’attività per il singolo, in realtà esiste il gruppo, ci si sostiene a vicenda, nessuno viene lasciato solo.
La lezione inizia e finisce con il saluto. Cosi come quando si devono praticare gli esercizi prima si fa un inchino/saluto con il proprio compagno all’inizio e alla fine degli stessi. E’ una prima forma di rispetto che viene insegnata nei confronti dell’altro, insegnante, compagni, avversari, palestra. Un concetto orientale di comportamento che riduttivamente si potrebbe spiegare come un atteggiamento di ringraziamento nei confronti di chi ci sta di fronte per quello che stiamo imparando da lui, per la possibilità che si ha di confrontarsi, un modo per ringraziare e ripeto di portare rispetto.
Praticare judo vuol dire…muoversi. Vuol dire sfogarsi fisicamente e soprattutto coinvolgere tutto il corpo. E mai come in questi tempi tutti i bambini ne hanno stra bisogno! Tempi cambiati e tempi non sempre alla loro portata. La tecnologia gioca un ruolo pesante, pesantissimo. E la difficoltà piu’ grande è rieducarli ai movimenti: saltare, allargare le gambe, salire sulla corda, le capovolte, la ruota tutti esercizi che loro non fanno piu’ o perlomeno non sono piu’ messi nelle condizioni di esprimersi fisicamente in modo libero.
Basta qualche lezione pero’ e farli praticare in modo continuo che i piccoli allievi si rimettono quasi in … pista e anzi vogliono conoscere, sperimentare anche altri esercizi o movimenti nuovi. Gioco, gioco a judo con loro e il riscontro è davvero emozionante. All’inizio del post ho fatto riferimento alla foto che vedete. Oltre ai miei ci sono un altro paio di piedi …grandi. Sono di Lorenzo 18 anni, un ex piccolo, mio allievo ormai da 14 anni ha accettato una nuova avventura da judoka: dopo avere conseguito la cintura nera (come Marco e Mattia tutti e tre protagonisti del primo articolo di questo blog: andate a leggerlo sempre nella sezione palestra) inizia a fare da assistente durante le lezioni. Puo’ essere che presto anche lui cominci l’avventura dell’insegnamento. Permettetemi soddisfazione e … tenete d’occhio i prossimi articoli!.
Brava Elena